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martedì 2 agosto 2011

e_mail arrivata da Raffaele

Spiace molto anche a me, ma il problema non è solo di comunicazione – il problema è anche genuinamente politico.

Non siamo riusciti a far capire che l’omofobia non è una cosa che riguarda solo noi LGBTQ (la “Q” di “Questioning = che si sta interrogando” permette di includere anche me), ma è anche uno dei sintomi del declino del nostro paese, così come il sessismo, la xenofobia e l’islamofobia.
Tra l’altro … nel paese degli eterni sondaggi, si è mai provato a chiedere alla gente che ne pensa dei matrimoni gay o dell’omofobia? La mia opinione è che la gente sia più aperta dei parlamentari che ci ritroviamo, ma la crisi della rappresentanza politica (esacerbata dal “Porcellum”) rende codesti parlamentari dipendenti da un centro di potere esterno chiamato Vaticano.
Non dico che bisogna fondare un partito LGBT, ma occorre cominciare a farsi qualche domanda; per esempio, è stato notato che la crisi economica colpisce le minoranze più duramente – ma questo vale solo per le minoranze etniche od anche per quelle sessuali?
Non sarebbe quindi nostro interesse chiedere al governo di smetterla di pensare solo ai processi ed alle aziende di Berlusconi (quando va bene) o ad attizzare tutte le fobie (quando va male) e chiedergli di trovare un modo di far ripartire l’economia?
E considerato che l’istruzione generalmente è un antidoto ai pregiudizi (Rocco Bottiglione non è istruito, e quindi non fa eccezione), ed aiuta le minoranze ad emergere (non per niente le donne studiano di più degli uomini), non dobbiamo preoccuparci delle conseguenze che avrà su di noi l’opera della Gelmini?
Essere LGBTQ non vuol dire solo preoccuparsi delle proprie relazioni intime – vuol dire anche proporre una visione complessiva della società in cui chiunque possa riconoscersi.
Ciao, RL

martedì 25 gennaio 2011

Stop alla solitudine

Aprirsi agli altri.
I tempi sono freddi. E non s’intende solo in senso atmosferico.
Molte persone stanno tutto il giorno tra le quattro mura di casa con l’unica compagnia della televisione e si sentono inevitabilmente sole.
In realtà, esistono tanti modi per potersi fare degli amici e questo ad ogni età. E’ necessario fare un piccolo sforzo e abbandonare la pigrizia. Molte ricerche hanno dimostrato che chi ha delle relazioni soddisfacenti con gli altri guadagna in salute e in longevità.
La solitudine è una condizione che influisce molto sul nostro benessere, tuttavia si va diffondendo sempre di più anche tra le persone più giovani, soprattutto per i ritmi frenetici della vita moderna che non lasciano il tempo per stabilire e coltivare rapporti con gli altri. A peggiorare la situazione talvolta è la timidezza con la difficoltà di andare verso gli altri . Per le persone più avanti con gli anni, spesso l’arrivo del pensionamento significa chiudersi in casa e in sé stessi, abbandonando ogni forma di vita attiva. A volte è il trasferimento in un’altra città a causare il senso di solitudine, il rimanere vedovi o l’uscita dei figli da casa (la cosidetta sindrome del “nido vuoto”). Comunque sia nessuno di questi motivi impedisce di riorganizzarsi la vita, diventare attivi e stabilire relazioni con gli altri, se si vuole.
Non rimanete seduti sul divano, ma prendete in mano la vostra vita.
Forse non è sempre facile fare nuove amicizie, perché si ha poco tempo da dedicarvi e nonostante si abbiano molte conoscenze, nessuna di queste è veramente in grado di non farci sentire la solitudine. Spesso anche con gli amici di vecchia data i rapporti si affievoliscono, perché ognuno prende la propria strada. Tuttavia se si vogliono creare nuove relazioni sociali bisogna impegnarsi a dedicarvi il tempo e l’energia necessari, creare sempre nuove occasioni di incontro, cominciando col frequentare posti dove si può socializzare (un corso, un’associazione, una sala da ballo). Un atteggiamento positivo rende molto più facile trovare degli amici, prendiamo ad esempio il nostro gruppo "le stelle vaganti!" ; in solo questo inverno di attività sono nate molte amicizie.
Qui da noi, ci s’impegna nel sociale, si guadagnano degli amici trascorrendo il tempo in modo intelligente.
Per poter incontrare le persone giuste con cui condividere interessi, bisogna riflettere su cosa ci piace veramente e indirizzarsi verso quella determinata strada.
L' associazione come la nostra (juliette & Juliette) o altri gruppi di amici/che (es. stelle vaganti) propongono spesso iniziative dove è possibile incontrare persone che condividono gli stessi interessi. Impegnarsi nel sociale poi, rappresenta un modo di organizzare il tempo per sè stessi, pensando agli altri: potete frequentare una casa di riposo, aiutare bambini, assistere persone disabili, offrirvi come volontari presso un’associazione od un gruppo come il nostro. Sono tutte attività che oltre a riempire le giornate, vi riempiranno anche il cuore.
L’importante è che in tutto quello che fate rimaniate sempre fedeli a voi stessi.
Buona Vita da Gaya

venerdì 20 agosto 2010

Gaya sta realizzando un sogno…

Circa due anni e mezzo fa ho iniziato a interessarmi di internet e di blog creando il primo mio blog sulle lesbiche con un’ attenzione particolare a Verona e credo di aver contribuito molto nel far conoscere i personaggi di rilievo di questo “mondo” e nel divulgare appuntamenti e notizie che ci riguardavano. Come tutte le cose con il tempo o si lascia perdere e quindi si muore oppure si cresce ed aumenta la qualità e la professionalità dei blog.
Oggi il lavoro sui blog è aumentato e mi dà sempre più soddisfazione. Vorrei quindi tornare un po’ all’origine su che cosa è un BLOG e crearne uno un po’ particolare.
Voglio fare un Blog pieno di ottimismo con uno stile a forma di DIARIO proprio come per i primi blog nati su internet. Lo chiamerò il “DIARIO DI GAIA” e lo dedico a tutte le lesbiche ed i gay ma in particolare a mia moglie che dopo tanti anni che mi ama (a volte semplicemente mi sopporta) merita questo piccolo riconoscimento come mia “MUSA” ispiratrice.
Iniziamo subito il nostro diario.
In questo periodo sto vivendo un’estate fantastica sia io che tutta la mia famiglia . Abbiamo pensato di fare l’intera stagione estiva su un camper posizionato fisso a Rosolina. Appena una può scende al mare e …. Ci si diverte un casino! Perché c’è il profumo del mare … delle piante …ha 2 piscine…
Poi questa mattina stavo lavorando al mio PC quando lei mi chiama al cellulare dicendomi che aveva comprato una quantità incredibile di plastica come piatti, bicchieri, posate, ecc. per la festa di inaugurazione del centro Milk.
Quante aspettative ! Quanto entusiasmo! Quanta energia!
Giuro che non ti racconto questo per “farmi vedere” ma solo perché questo è pur sempre il BLOG dell’Ottimismo e oggi in effetti mi è sembrato di realizzare un piccolo pezzettino del mio “Ottimo personale”: lavorare e stare vicino alle persone che ami potendo gestire il tuo tempo in modo elastico e creativo, dato che oggi devo lavorare e poi seguire la mia famiglia, ma stasera andrò al centro fino a notte fonda per portare avanti questo progetto importantissimo che parte tra pochi giorni!!

Qual è l’ idea GAIA di oggi? I “sogni” non ci mettono un giorno o pochi mesi a realizzarsi e nemmeno lo fanno da soli…al contrario è richiesto impegno, “sacrificio” e senso di adattamento ma…se una persona sa mettere passione e dedizione incrollabile in quello che fa allora le ispirazioni arrivano, e tutto un po’alla volta si sistema!!
Io sto realizzando un sogno e domani ti parlerò proprio di questo…intanto però ti lascio un po’ di curiosità…questo sogno si chiama: MILK

martedì 10 agosto 2010

Bianco o Nero? …. a colori!!

Oggi post ispirato da un fatto familiare successo appena le figlie sono tornate dal mare.
Marta sta vivendo la sua prima intensa storia d’amore. Tornata dal mare ha litigato con Antonio. Sono volate parole grasse! Cose che in una coppia anche se sei incazzato/a non dovresti mai dire.
Ho parlato con Marta che stesa nel letto piangeva pensando ormai che aveva perso Antonio a cui era molto molto legata. Marta è una ragazza “forte” nonostante i suoi 15 anni e come è normale sta soffrendo, ha pianto, è stata un po’ male ma ora, come è “sano” che sia, inizia a riprendersi.
In particolare mi ha chiesto un “consiglio da Ottimista” in merito al fatto di cambiare on non cambiare pettinatura e colore dei capelli . Lei voleva diventare nera (ha un colore di capelli biondo scuro) poi cambiare abbigliamento ed amicizie. Ovviamente il suo “problema” è che da una parte dopo un mese al mare i capelli sono rovinati e dall’altra però vuole dimenticare Antonio cambiando anche le amicizie o semplicemente “tirarsi sù”.
Mi lascio andare o mi tiro sù? Sto nei ricordi del passato o mi lancio nel futuro? Bei dubbi!!
Qual è stato il mio consiglio? Beh molto semplice: telefono subito al parrucchiere ! domani hai l’appuntamento! … però al nero così scioccante per la tua carnagione chiara ed i tuoi occhi azzurri ci penserei un po’ di più!
Lei era da giorni che si guardava e riguardava allo specchio e non riusciva proprio a decidersi ma con questa piccola spinta è stato semplice aiutarla a riprendersi.
COMPROMESSO: Nuovo taglio e ciuffo biondissimo!
A quel punto le ho detto:
l’ idea di Ottimismo di GAIA per oggi? Molto spesso le scelte drastiche “Bianco o Nero”, “tutto o nulla” ecc., non funzionano bene ed è molto meglio lavorare facendo un passo alla volta … anche se sembra complicato una formula semplice potrebbe essere: rinnova la tua vita per il 75% e mantieni ciò che sei per il 25%.
Per Marta questa formula ha funzionato ed è andata a casa più serena le sembrava (ed era cosi) di non dover più rinunciare a nulla e di ottenere tutto… un bell’affare per un consiglio da 10 minuti!!
In quante situazioni potremmo applicare questa semplice formula? Prova a lasciare un tuo commento e magari ne parliamo i prossimi giorni…

domenica 1 agosto 2010

Il teatro ottimista!

Oggi voglio raccontare una di quelle belle storie a lieto fine…
La protagonista della vicenda è una mia carissima amica Paola che qualche giorno fa era molto preoccupata perché “doveva” fare teatro dell’oppresso al Gay Villane di Padova

In realtà era una proposta che le era stata fatta e lei aveva accettato molto volentieri per superare i suoi “limiti” personali (così li definisce lei) e così si è trovata in un momento di “sfida” e aveva un po’ paura…
Mentre parlavamo la prima cosa che le ho chiesto è stato di dirmi cosa la spaventava e in particolare cosa sarebbe potuto succedere di “grave”… lei ci ha pensato un po’ e poi se ne è uscita con un timido: “ e se poi sbaglio…?? !! “
Potresti immaginare che le abbia detto: “ma dai coraggio…vedrai che andrà tutto bene!!” No!!
Invece le ho detto: “se non avessi fatto le prove sicuramente sbagliavi…ma poiché le hai fatte e sono andate bene se non sai una cosa la improvvisi sicuramente farai bene questa sera durante lo spettacolo ci saremmo anche noi ad improvvisare quando tu improvvisi!! “
Come per magia lei si è tranquillizzata ed è andata fiduciosa alla sua recita , serena del fatto che non aveva obblighi e non poteva che andar bene: in un modo o nell’altro…
Come ho aiutato la mia giovane amica? Semplice le ho creato un “doppio legame positivo” ovvero una prospettiva dalla quale non poteva non sentirsi sicura…
Qual è l’ Ottimismo di Gaia? Il nostro modo di pensare alle situazioni della vita ci può “bloccare” o “liberare” anche senza che nulla esternamente cambi… alle volte è veramente solo una questione di prospettive. La prospettiva dell’Ottimismo è una delle migliori perché coniuga l’analisi della realtà con la volontà di migliorarla. E si può imparare!!!
Come è andata a finire con la recita a teatro dell’oppresso? Beh, come pensavo Paola alla sera si “buttata sul palco” e ha fatto ottimamente il suo pezzo. Ha avuto un pizzico di paura prima di iniziare ma anche li ci ho messo un pizzico di ottimismo…domani ti racconterò anche di questo.
Ricordati che la vita è una recita!… (Ok questo era per me e per mia moglie che recita con me al Teatro dell’Oppresso )

martedì 20 luglio 2010

la paura è un’emozione legata” al futuro e non al passato!!

Cari amic*, oggi vorrei parlare della mia difficoltà nell’affrontare il pubblico tutte le volte che recito in teatro.
Il problema non è nella difficoltà intrinseca della sua “sfida” (per quanto effettivamente richiede molte capacità creative nell’ “entrare nella parte” e di coordinazione di staff ma piuttosto nella sua paura di non essere all’altezza…e la paura è dovuta al fatto (almeno da parte mia) di saper affrontare il pubblico!!. Ma le “sfide” sono sempre proporzionali alla maturità della persona e penso che questo sia il momento giusto per affrontare (come gruppo) questa sfida!
Guardandomi dentro, sto provando un po’ di “ansia da prestazione”…
Grazie ad una visione ottimista della situazione però so’ che riuscirò a prepararmi adeguatamente e ad entrare in scena, avendo, alla fine, soddisfazione!!
Ecco il punto chiave di oggi: la paura alla fine…cessa di esistere, perché “la paura è un’emozione legata” al futuro e non al passato!!
Semplicemente non si può aver paura di una cosa che è già successa!!
La paura esiste nel tempo che va da quando iniziamo a pensare che le cose potrebbero andare male fino a quando le cose, andate come sono andate… sono andate!!
Qual è l’ Ottimismo di Gaia di oggi? La “grande, enorme consapevolezza” che ogni cosa che inizia è destinata a finire può essere applicata anche alla nostre Paure; sapere che la fine della paura è immediatamente dopo l’evento che ci spaventa…è un modo per affrontarlo più serenamente; sempre a patto di essere preparati adeguatamente (ovvio)!!
Questo è uno dei segreti dell’Ottimismo: Insomma non tutte le paure vengono per nuocere ma anzi è importante saperle interpretare con “saggezza”. Ok, anche per oggi è tutto ma prossimamente ti racconterò di altre ragazze del gruppo di Juliette amiche di Gaia e di come hanno superato le loro paure!!
Accidenti qui nel Camper a Rosolina, tra piscine e mare limpido … e zanzare! sto imparando un sacco di cose…e non vedo l’ora di condividerle con voi

giovedì 8 aprile 2010

Che cos'è un gruppo?

Come spesso accade con i termini abusati nella nostra lingua di tutti i giorni, se ci chiedessero di dare una definizione di gruppo difficilmente saremmo in grado di produrre un qualcosa di esaustivo ed univoco. D'altronde la parola si situa all'intersezione di molte discipline più o meno attigue (psicologia, sociologia, comunicazione..) e dunque ha confini sfumati. Certo per parlare di gruppo non è sufficiente la compresenza di più persone, come può avvenire ad esempio in coda ad un supermercato, poiché fra di loro intercorre un legame estremamente debole. In questo caso si può parlare al massimo di aggregato.
Un gruppo di persone è piuttosto un insieme di individui che si riunisce in un luogo, ma con delle finalità comuni più o meno dichiarate ed esplicite. Le persone portano con sé delle caratteristiche fisiche, psicologiche, attitudinali, caratteriali, relazionali, emotive ed affettive, che sono determinate dalla storia passata, dalla situazione presente e dalle aspettative future.

Possiamo definire ogni persona come un'unità complessa, aggiungendo che ha come altra peculiarità quella di avere la capacità dinamica di modificarsi e di modificare l'ambiente circostante. Il grado di plasticità che ogni persona possiede è molto variabile e può andare da una capacità minima di cambiamento alla massima disponibilità. Un incontro di gruppo per svolgere un'attività strutturata e finalizzata, implica che le persone dovranno adattarsi alla situazione e quindi operare un cambiamento, anche minimo, di una o più caratteristiche personali. Parliamo in questo caso particolare del concetto di identità che in una situazione di gruppo viene messa in gioco, cioè ridiscussa. Non facciamo riferimento all'identità anagrafica e alle caratteristiche fisiche, che non vengono minimamente intaccate, quanto piuttosto alle peculiarità interne delle persone come ad esempio le emozioni, gli affetti, i pensieri, il carattere, le quali per la loro innata plasticità sono soggette alle dinamiche dell'adattamento e del cambiamento. Può succedere che una persona dal carattere mite in una particolare situazione di gruppo diventi ansiosa e agitata come che un'altra persona solitamente loquace diventi improvvisamente taciturna. La casistica presenta un'infinita varietà di cambiamenti nell'identità delle persone che sarebbe impossibile elencare, ma delle quali non si deve rimanere sorpresi. Dallo scambio e dalle relazioni che si sviluppano tra le varie identità individuali si va formando nel tempo ciò che definiamo l'identità di gruppo, nella quale i vari componenti si riconoscono. Il gruppo, come anche la sua identità, non è semplicemente la somma delle varie persone che lo compongono, ma è il risultato dell'interazione delle parti che ognuno mette in gioco per realizzare le finalità dell'incontro, oppure per ostacolarle.

Sintetizzando la definizione che diede Kurt Lewin, uno dei pionieri della psicologia sociale, possiamo affermare che un gruppo è un insieme dinamico di elementi interdipendenti e interrelazionati tra loro, con un obiettivo in comune e delle regole sia interne (ciò che è ammesso o meno dentro il gruppo) sia esterne (in che modo il gruppo si relaziona con ciò che gli è esterno).

I componenti del gruppo hanno ruoli e compiti definiti, che implicano una rete di aspettative reciproche tra di essi, ma solitamente in una cooperazione efficace i ruoli sono mutabili nel tempo, per non opprimere l'ambizione di miglioramento di chi li ricopre. Benché i gruppi siano sempre dotati di "confini" che definiscono ciò che è dentro e ciò che resta fuori, essi si creano e si modificano costantemente, e non è necessario che il riconoscimento del gruppo venga dall'interno dello stesso, avviene anzi spesso il contrario. Il senso di appartenenza, ovvero il grado di identificazione di un soggetto con il proprio gruppo, è un buon indicatore del grado di coesione interna, e nel caso tocchi livelli troppo alti è generalmente un indice di rischio di conflitti con altri gruppi o soggetti esterni. Per scongiurare questo pericolo è buona norma fare esperienza di più gruppi contemporaneamente (ad esempio per un adolescente scuola, sport, amicizie..), onde evitare l'assolutizzazione di un solo punto di vista e favorire invece la mediazione tra obiettivi diversi tutti riconoscibili come legittimi. Andrea Martelli Articolo tratto dalla tesi Psicologia e comunicazione nella squadra sportiva

venerdì 5 marzo 2010

Cerchiamo foto di coppie omosessuali per la copertina di Pegaso

In occasione del lancio della campagna per il nostro diritto al matrimonio, anche il prossimo numero di Pegaso, in uscita a metà marzo, avrà uno spazio dedicato alle coppie omosessuali.
In questo periodo in particolare, sia Arcigay che Arcilesbica cercano di cogliere tutte le occasioni e tutte le opportunità per parlare del nostro diritto al matrimonio.
Il giornale Pegaso ha pensato quindi di dedicare la copertina del n° 20 allo slogan che sarà scelto per le iniziative di Arcigay, iniziative di sensibilizzazione ed ad una bella foto di una coppia gay o lesbica italiana visibile e felice.
Vi invito quindi a segnalarmi e/o inviarmi all' indirizzo verona@arcilesbica.it o info@arcigayverona.org immagini di coppie gay o lesbiche che si guardano negli occhi, si scambiano gesti di affetto, si baciano, sfilano mano nella mano ad un Pride... a voi la scelta creativa. La più bella sarà utilizzata per la copertina del prossimo Pegaso.
Vi ricordo che le immagini devono essere in alta risoluzione e che devono essere inviate entro lunedì 8 marzo.
Grazie per la collaborazione.

martedì 6 gennaio 2009

Nulla ora avrà più importanza.

I miei genitori mi hanno chiesto se sono gay.
E ho detto, "Ha importanza?"
Loro hanno risposto, "No, non molta".
Io ho detto loro, "Sì, sono gay".
Loro hanno risposto, "Stai fuori dalle nostre vite".
Immagino fosse importante.
Il mio capo mi ha chiesto se sono gay.
Io ho detto, "Ha importanza?"
Lui mi ha risposto, "No, davvero".
Io ho detto, "Sì, sono gay".
Lui mi ha risposto, "Sei licenziato, frocio".
Immagino che fosse importante.
Un mio amico mi ha chiesto se sono gay.
Gli ho detto, "Ha importanza?"
Lui mi ha risposto, "No, davvero".
Gli ho detto, "Sì, sono gay".
Lui mi ha risposto, "Non considerarmi più tuo amico"
Immagino fosse importante.
Il mio compagno mi ha chiesto, "Mi ami?"
Gli ho detto "E´ importante?"
Lui mi ha risposto, "Sì"
Gli ho detto, "Ti amo".
Lui ha risposto, "Fatti abbracciare".
Per la prima volta qualcosa nella mia vita ha importanza.
Il mio Dio mi ha chiesto, "Ami te stesso?"
Gli ho detto, "Ha importanza?"
Lui mi ha detto, "Sì"
Gli ho chiesto, "Come posso amare me stesso? Sono gay."
Lui mi ha detto, "E´ così che ti ho fatto".
Nulla ora avrà più importanza.

giovedì 17 luglio 2008

Solo il vento lo sa

Non mi fa paura la mia Sieropositività ma l' ignoranza delle persone e questo mi fa sofrire, dentro, non penso di essere il solo ma quanti hanno avuto il coraggio di dirlo senza temere che chi ti sta di fronte non si giri o faccia una smorfia di sdegno.
Ma, batti i pugni e vai avanti e se nella tua strada trovi un tuo simile in difficoltà, non girati dall' altra parte e poi accelerare il cammino, per non sporcarti il vestito, ma fermati e aiutalo, e offrigli il tuo sorriso.
Un bacione e un abbraccio forte a tutti.

Solo il vento lo sa
(Bruno Ferrero)

Un mattino il soffione fu afferrato dalle dita invisibili e forti del vento. I semi partirono attaccati al loro piccolo paracadute e volarono via, ghermiti dalla corrente d'aria. "Addio... addio", si salutavano i piccoli semi. Mentre la maggioranza atterrava nella buona terra degli orti e dei prati, uno, il più piccolo di tutti, fece un volo molto breve e finì in una screpolatura del cemento di un marciapiede. C'era un pizzico di polvere depositato dal vento e dalla pioggia, così meschino in confronto alla buona terra grassa del prato. "Ma è tutta mia!", si disse il semino. Senza pensarci due volte, si rannicchiò ben bene e cominciò subito a lavorare di radici.
Davanti alla screpolatura nel cemento c'era una panchina sbilenca e scarabocchiata. Proprio su quella panchina si sedeva spesso un giovane. Era un giovane dall'aria tormentata e lo sguardo inquieto.
Nubi nere gli pesavano sul cuore e le sue mani erano sempre strette a pugno. Quando vide due foglioline dentate verde tenero che si aprivano la strada nel cemento. Rise amaramente: "Non ce la farai!
Sei come me!", e con un piede le calpestò. Ma il giorno dopo vide che le foglie si erano rialzate ed erano diventate quattro. Da quel momento non riuscì più a distogliere gli occhi dalla testarda coraggiosa pianticella.
Dopo qualche giorno spuntò il fiore, giallo brillante, come un grido di felicità. Per la prima volta dopo tanto tempo il giovane avvilito sentì che il risentimento e l'amarezza che gli pesavano sul cuore cominciavano a sciogliersi. Rialzò la testa e respirò a pieni polmoni. Diede un gran pugno sullo schienale della panchina e gridò: "Ma certo! Ce la possiamo fare!". Aveva voglia di piangere e di ridere. Sfiorò con le dita la testolina gialla del fiore.
Le piante sentono l'amore e la bontà degli esseri umani. Per il piccolo e coraggioso dente di leone la carezza del giovane fu la cosa più bella della vita.
Non chiedere al vento perché ti ha portato dove sei. Anche se sei soffocato dal cemento, lavora di radici e vivi. Tu sei un messaggio.

Scrivici per pubblicare il tuo articolo, lettera, poesia ecc.

La sede di Arcigay Pianeta Urano verona e Arcilesbica Verona si trova in Via Nichesola , 9 ( San Michele Extra) - Verona è aperta secondo il calendario dalle ore 21 in poi

Contatti : Tel. 346.9790553 dalle 20 alle 24 ( Stefano per i gay )349.3134852 ( Luigia per le lesbiche)info@arcigayverona.org e verona@arcilesbica.it
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